Posted 19 Ottobre 2023
Rwanda
Siamo andati nelle montagne vicino Rusumo dove un agglomerato di capanne circondava un orfanotrofio che funzionava anche da piccolo ospedale. Bambini sporchi e rachitici si aggiravano per la strada insieme ad animali pelle e ossa fra la terra rossa, dove quando piove tutto diventa fango.
In Rwanda non tutta la popolazione ha accesso all’acqua potabile. Durante la stagione delle piogge gli abitanti dei villaggi ricorrono alle pozzanghere e il 50% della popolazione vive con meno di 2$ al giorno.
Ad aspettarci venne Marianna, la responsabile del centro.
Sorriso dolce e vero. Donna ruandese tutto fare, stacanovista e instancabile all’interno del centro.
Scaricammo il materiale e un’orda di bambini arrivò per aiutarci.
Per loro era un gioco aiutare un bianco, un evento da assaporare in tutte le sue forme. In Rwanda difficilmente i bambini o gli adulti chiedono l’elemosina, lo considerano un gesto che mina la loro autostima ma una cosa me la domandarono: “ ballon, ballon, ballon”.
Una volta sistemato il materiale Marianna mi porto a vedere il centro.
Non era la prima volta che venivo in Africa, avevo basse aspettative ma vedere un centro medico cosi malconcio fu’ una pugnalata al cuore. Stanze gremite di bambini, vetri rotti, pavimentazione in alcuni punti mancante e la corrente che andava e veniva in continuazione. Avere un posto dove andare quando si ha bisogno di cure non dovrebbe essere un privilegio ma un diritto e certamente qui in Rwanda solo chi è fortunato riesce a usufruire di una struttura malandata come questa.
In una piccola stanza c’erano due bambini, erano pelle languida traumatizzata da angherie inenarrabili.
Entrambi orfani.
Marianna conduceva i lavori senza supponenza ne aria stanca, delegava le altre ragazze del centro con garbo e piuttosto che lamentarsi diceva che era bello lavorare con le medicine che avevamo portato.
Sicuramente lavorare nelle aree remote è più dispendioso e duro ed estremamente complicato trovare personale che stiano in un posto disperso dove spesse volte non si sa nemmeno cosa cucinare avendo poco cibo a disposizione.