Posted 19 Ottobre 2023
Zambia
Atterrammo nella capitale Lusaka su un altopiano di 1400m, la mattina era fresco alle 1pm il caldo era insopportabile. Il termometro arriva a segnare 35 gradi e il sole picchiava forte.
Il sudore scendeva copioso dalla fronte alle guance fino al colletto della maglietta, forse non è solo colpa dell’afa. Magari centra anche l’emozione di vedere la scuola ubicata in una baraccopoli angusta, fatiscente dal fetore costante. Dove un numero di bambini che varia dai 108 ai 60 a seconda dei giorni sono sempre entusiasti di vedere un “muzungu” uomo bianco in lingua swahili.
La loro scuola era senza sedie, banchi, lavagne e libri con una sola maestra talmente giovane da chiedersi se la scuola l’ha mai finita davvero.
Lo sconforto è stato tanto vederli in quelle condizioni.
Dopo qualche giorno sono arrivati anche i quaderni portati da Marco Carofei e Camilla Miletta visto che un quadernone a Lusaka costa 3 euro. E’ stata un festa, tant’è vero abbiamo festeggiato con pane e aranciata per tutti tutti.
Che festa vi siete persi.
Abbiamo mangiato con questi bambini. Abbiamo regalato loro le colazioni. Abbiamo comprato libri, quaderni, lavagne, penne, medicinali. Pagato l’affitto per tutto l’anno e assunto tre maestre.
Tutte queste cose le abbiamo fatte insieme con gli amici dell’As.So.S, il Dott.Gallini, Marco- Camilla-NoName, Silvia Pasqualini (il corpo e la mente). Siamo felici ma non felicissimi nel vedere come vivono questi bambini.
All’interno della baraccopoli sono quelli che stanno peggio: denutriti, ammalati, in condizioni penose quanto ad abbigliamento e qualità di vita. Quasi tutti hanno la tosse manifestazioni di polmoniti pregresse non curate o qualche malattia della pelle. Combattono la sete sorseggiando strani miscugli di liquidi.
Guardandoli negli occhi viene spontaneo chiedersi quale futuro possano avere questi bambini. Una caramella basta loro a strappare un sorriso in una condizione che per chiunque provenga da occidente sarebbe inaccettabile.
Ancora più sconvolgente è il pensare che questa infanzia negata rappresenta un bacino di reclutamento per la malavita dove i giovani sventurati sprofondano in un inferno ancora più angosciante.
Non vi è dubbio che questi bambini orfani o di famiglie nella soglia della sopravvivenza dovrà sempre trascinarsi dietro il fardello delle atrocità viste e patite.
Se un giorno troveranno uno spazio nella società per fare qualcosa di buono ecco che allora potrà tornare a sperare nell’avvenire e le ferite dell’anima saranno rimarginate.
Il loro futuro dipende da me, da te, da NOI.